Attualmente i bambini trascorrono sempre più tempo in luoghi chiusi o impegnati in attività extrascolastiche. Ma secondo il Ministero della Salute, sarebbe opportuna almeno un'ora al giorno di attività fisica e gioco all'esterno.
Di fatto, negli ultimi 20-30 anni, i bambini trascorrono sempre più tempo in luoghi chiusi, già in età prescolare, o impegnati in attività extrascolastiche (a volte, con una agenda zeppa stile manager!) che lasciano poco spazio al gioco libero e alla creatività.
Giocare all'aperto risponde a un bisogno fisico e psicologico del bambino.
Quando un bimbo salta sul divano, improvvisa una spericolata 'gimkana' o si lancia dal tavolo alla poltrona stile giungla, sarebbe opportuno domandarsi: 'ma vuole solo attirare l'attenzione o sta esprimendo il suo bisogno fisico di saltare e muoversi?'.
È importante che il genitore si sforzi (sempre) di decifrare il comportamento del bimbo. Di fatto, irrequietezza, pianti e proteste, spesso, rappresentano una richiesta di aiuto del bimbo quando un suo bisogno di base, fisico o emotivo, non è soddisfatto adeguatamente.
Corse e salti tra i mobili di casa potrebbero indicare che il bimbo sente la necessità di giocare fuori, all'aperto. Un bisogno, purtroppo, sempre più inascoltato.
Gli spazi aperti sono importanti per la socializzazione, per esercitare i muscoli e i riflessi, per sviluppare l'intelligenza, per esplorare e conoscere il territorio. Interagire e lasciare i bambini liberi di incontrare altre bambini in situazioni ludiche ha notevoli effetti positivi sulla salute fisica e mentale e garantisce uno sviluppo di competenze relazionali non vincolate dalla presenza di adulti sempre pronti a normare i comportamenti e a sanzionare eventuali “eccessi di energia”.
La primavera è alle porte, e dunque quale migliore opportunità per rompere le routine invernali e consentire ai bambini di risvegliare corpo e mente con un sano processo di socializzazione!
Articolo scritto da: Dott. Giuseppe Ferraro
Riproduzione riservata